Abbiamo già illustrato come il mondo del commercio dal secondo dopoguerra in poi, si sia evoluto orientandosi verso una sempre maggiore identificazione e distinzione di un singolo prodotto rispetto a tutti gli altri.
Tale operazione è stata posta in essere tramite l’adozione e la messa in opera di cartellini e di etichette per abbigliamento. Originariamente l’adozione delle etichette per abbigliamento avvenne appunto nel campo dell’abbigliamento, per cui si impiegava correttamente tale termine. Successivamente l’uso dei cartellini si è esteso praticamente a tutte le categorie merceologiche, assumendo un’importanza sempre maggiore fino a diventare l’elemento distintivo dello status d’élite del prodotto, ciò è particolarmente vero nel campo dell’abbigliamento d’Alta Moda.
Una volta individuato il cartellino quale veicolo più adatto per fornire informazioni sugli articoli commerciali posti in vendita, sorse immediatamente il problema di come applicarlo all’articolo. Venne così realizzato il filo per etichette da abbigliamento, ma anche per qualsiasi altra tipologia di articolo. Naturalmente tali tipologie presentano problematiche parecchio diverse in termini di caratteristiche quanto al filamento più adatto per applicare il relativo cartellino.
La questione fondamentale riguardante il filo per cartellini è che non deve danneggiare l’articolo a cui viene applicato, è evidente. In secondo luogo esso deve essere molto robusto, idealmente indistruttibile. La terza caratteristica che il nostro filamento deve presentare è che una volta applicato all’articolo non deve stonare, piuttosto deve fondersi in modo armonico con l’articolo stesso. Abbiamo visto che nel caso dei capi di vestiario, i fili per etichette da abbigliamento possono essere applicati con la pistola spara-fili, o pinza, Calabrone ® di Lozio, a patto che il capo sia in tessuto non particolarmente delicato. Per i capi d’abbigliamento delicati, invece, quali ad esempio seta o lana di qualità, il nostro filamento non può essere inserito con la pistola spara-fili, si deve invece usare il filo ad incastro, noto anche come sistema sicurezza.
Quando acquistiamo un nuovo paio di calzature possiamo facilmente osservare che il cartellino ovviamente non è fissato tramite un filo inserito o sparato attraverso la tomaia, esso è invece fissato alla scarpa tramite un filamento in nylon o in polipropilene fatto passare attraverso uno degli occhielli passalacci. Questo tipo di filamento è dotato di un’eleganza del tutto particolare e del tutto percepibile anche semplicemente al tatto: non sono semplici fili aggancia cartellini in materiale plastico, essi sono in polipropilene o in nylon di qualità garantita. Quelli di marca Lozio ® fungono da perfetto complemento sia alla calzatura che alla pelletteria.
Con gli articoli di valigeria ci troviamo generalmente di fronte ad un problema del tutto simile, ed anche in tali casi per applicare il cartellino o etichetta all’articolo si ricorre all’uso del filo ad incastro, spesse volte in nylon – materiale di maggior pregio rispetto al polipropilene – se l’articolo di valigeria è di particolare pregio.
I fili ad incastro sono utilizzati per l’applicazione dell’etichetta a qualsiasi articolo che non possa essere forato, pena il danneggiamento dell’articolo stesso. Li troveremo – di marca Lozio ® – sulle macchine fotografiche, così come pure sui giocattoli o sui peluche preferiti dei nostri figli… o compagne.
I fili aggancia cartellini Calabrone di Lozio ® sono facili da applicare, robustissimi e svolgono un’importante funzione antitaccheggio grazie alla possibilità di produrli in colorazioni esclusive, personalizzate e non riproducibili.
Essi sono sinonimo di garanzia, dotati di una qualità superiore riconosciuta dal pubblico e dalla clientela più esclusiva ed esigente.